Editing
· Perché stravolge ciò che scrivi.
· Perché non capisce cosa volevi dire.
· Perché non ci tiene quanto te.
Questo è quello che ogni autore pensa… finché non incontra un editor vero.
· Quello che non tocca ciò che scrivi a meno che non sia tu a concedergli il lusso.
· Quello che dialoga con te per capire cosa volevi raccontare e perché.
· Quello che diventa un po’ te senza sostituirsi a te.
Un (buon) editor è come il medico: ti dice cosa fare se vuoi campare cent’anni ma non ti costringe a farlo.
Ti mostra.
Ti suggerisce.
Ti insegna.
Poi tocca a te.
Se vuoi.
Finché lo vuoi.
Esistono diverse tipologie di editing:
· Editing semplice. Formale, attento e preciso.
· Editing muscolare. Formale e chirurgico, interviene anche sulla sostanza: sintassi, lessico e voce narrante.
· Editing avanzato. Interviene sui meccanismi narrativi e sulla “spina dorsale” del tuo libro.
E altri ancora, per ogni esigenza, per ogni gusto, per ogni necessità, per ogni velleità.
Solo chi non ha mai provato un buon editor ha paura.
Editing è libertà.
Editing è personalità.


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